Nel mondo i poveri aumentano: + 64 milioni solo nel 2009
Milano, 20 settembre – Questa pessima notizia inizia a fare il giro del mondo il 20 settembre a New York, durante l’ennesimo summit dell’Onu sulla fame nel mondo. Nel discorso d’apertura il numero uno della Banca Mondiale, Robert Zoellik, rende noti gli ultimi dati globali sulla povertà.
Secondo questi dati, la recente crisi economica ha aumentato il numero di poveri nel mondo, ed anche innalzato il numero di chi soffre letteralmente la fame. 64 milioni di nuovi poveri e 40 milioni di affamati rispetto al periodo precedente la crisi.
Robert Zoellik, ha sottolineato come gli sforzi fatti fin’ora non siano stati sufficienti, ed ha invitato tutta la comunità internazionale a fare di più. Si è unito all’appello anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale,Dominique Strauss-Kahn, che dichiara: “ Senza una crescita globale, gli sforzi per aiutare i paesi in via di sviluppo rischiano di non essere efficaci”. Realistico e lungimirante il commento del segretario generale dell’Onu Ban-Ki-Moon che afferma: “La ripresa non può riportarci sul sentiero di prima , ingiusto e sbilanciato”.
Gli obbiettivi delle Nazioni Unite sono fissati nel programma chiamato “Millennio” che si prefigge entro il 2015 di migliorare sostanzialmente la situazione di estrema povertà in molti paesi del mondo. Tirando le somme questo ultimo incontro è servito per dichiarare pubblicamente che il primo degli otto traguardi prefissati negli obbiettivi di sviluppo del Millennio, dimezzare la percentuale di popolazione in condizioni di povertà estrema rispetto al 1990, sono stati disattesi per ora. Lo confermano i dati dell’ONG ActionAid, secondo cui, dal 2000 ad oggi gli affamati del mondo sono aumentati del 10%.
La settimana scorsa invece la Fao ha dichiarato con soddisfazione che per la prima volta in quindici anni gli affamati sono scesi sotto il miliardo, raggiungendo il rassicurante numero di 925 milioni. Insomma in qualche modo bisognerà pure giustificare tanti miliardi di dollari investiti nella lotta comune alla fame nel mondo …
In alcuni paesi poi questi investimenti pare abbiano addirittura peggiorato la situazione: Burundi, Lesotho, Repubblica Democratica del Congo e Sierra Leone hanno registrato un aumento della povertà e maggiori difficoltà di accesso al cibo. Anche Nell’India del boom economico, i poveri sono cresciuti di 40 milioni dal 1990 al 2006.
Continuare ad investire sugli aiuti alimentari, non ha portato fino ad oggi nessun risultato positivo, ha invece aumentato la dipendenza di molti paesi poveri rispetto ai più sviluppati. Da anni gli esperti confermano che il mondo è già attualmente in grado di produrre cibo per tutti. In Italia, 6 milioni di tonnellate di cibo ancora commestibile vengono buttate nella spazzatura, quantità sufficiente per sfamare 3 milioni di persone. Che il problema della fame nel mondo non sia la mancanza di cibo appare scontato.
Dunque serve reale impegno nell’offrire ai paesi sottosviluppati reali soluzioni, lungimiranti e che si possano radicare portando ad una graduale indipendenza.
Investire nel modo giusto potrebbe essere un buon inizio. Come vengono spesi i fondi destinati a una delle più autorevoli organizzazioni mondiali per abbattere la fame e la povertà globale?
Solo qualche numero: ogni anno la Fao utilizza 433,8 milioni di dollari del proprio budget annuale per auto sostenersi (costi dei dipendenti, struttura amministrativa, etc …). Considerando che molte persone nel mondo vivono con meno di un dollaro al giorno, questa cifra spaventosa potrebbe far mangiare ogni anno 1.188.493 persone. La fame nel mondo è diventata un business?
22 settembre 2010
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